L’Oratorio
In occasione della riapertura dell’Oratorio “San Luigi Gonzaga”, i cui locali sono stati rinnovati e ampliati con il generoso sostegno della comunità locale, riteniamo opportuno ripercorrerne la storia nella certezza che l’Oratorio tornerà ad essere punto di riferimento essenziale della gioventù locale.
Le origini.
Le origini dell’Oratorio di Roncadelle si possono far risalire al Circolo Giovanile o Compagnia di San Luigi, costituita da un gruppo di giovani della parrocchia sotto la guida del curato don Giuseppe Foglia, alla fine dell’800.
Era quello un periodo in cui andava crescendo l’attenzione della Chiesa nei confronti dell’educazione giovanile e si andavano moltiplicando gli oratori parrocchiali, intesi come luoghi di incontro, di formazione e di ricreazione giovanile. Nella diocesi bresciana si faceva riferimento ad esperienze già collaudate, come quella dei Padri della Pace (che risaliva alla fine del ‘500 e si ricollegava ad un’iniziativa di S. Filippo Neri), e alla nuova “Federazione Leone XIII” fondata da Lorenzo Pavanelli per un progetto di educazione integrale del ragazzo. Ma era anche il periodo in cui andavano diffondendosi, col sostegno dello Stato e di vari Comuni, i Ricreatori laici con lo scopo di “raccogliere i giovinetti nei giorni festivi a geniali e utili trattenimenti” volti a migliorare le loro forze fisiche, morali ed intellettuali, in opposizione più o meno dichiarata agli Oratori cattolici.
Quei giovani di Roncadelle si erano impegnati a versare ogni domenica 25 centesimi ciascuno per l’acquisto del vessillo del Circolo, che costava ben 800 lire; ma si erano impegnati soprattutto a rispettare alcune regole, raccolte nel seguente decalogo:
1. Ogni giovane che vuole iscriversi al Circolo deve aver compiuto i quattordici anni, e pagare l’entrata £ 1,00 più 40 cent. per la medaglia.
2. Conoscere bene le regole e promettere di osservarle e farle osservare.
3. I membri devono intervenire a tutte le adunanze e, in caso di impedimento, giustificare l’assenza ad uno dei compagni o superiori.
4. Non può essere accettato né ritenuto nella compagnia chi leggesse libri o giornali cattivi o incorresse nel vizio della bestemmia.
5. Sarà cancellato dal Circolo chi partecipasse a balli promiscui o amoreggiamenti illeciti.
6. Almeno una volta al mese accostarsi alla S. Comunione (desiderabile la terza d’ogni mese ed in capo).
7. Intervenire alle funzioni parrocchiali, specialmente alla Dottrina, interessandosi della condotta dei compagni che disturbano le funzioni ed il decoro del Tempio del Signore.
8. Condecorare in modo speciale la festa di San Luigi loro protettore.
9. Ciascun socio è tenuto ad accompagnare la salma del defunto fratello.
10. I membri, essendo solidali del bene, sono tenuti a manifestare ai superiori quel socio che, col suo di portamento, si rendesse indegno della Compagnia.
Grazie anche alla particolare attenzione del parroco don Moricchia nei confronti del movimento cattolico giovanile, andò aumentando in quegli anni l’impegno dei giovani parrocchiani “ammirati anche al centro diocesano per la loro attività”. Nel 1913 era attiva una Filodrammatica maschile.
Il vecchio Oratorio
L’apostolato giovanile venne proseguito e ampliato col successivo parroco, don G. Battista Riviera che, con il sostegno del curato don Giuseppe Bertuzzi, acquistò nel 1927 un terreno, posto a sud della chiesa parrocchiale (attuale Casa del Giovane), al fine di realizzarvi l’Oratorio.
Nacque così l’Oratorio di Roncadelle, che venne dedicato a Domenico Savio, l’allievo di don Giovanni Bosco vissuto in modo esemplare e morto nel 1857 a soli quindici anni, che in quel periodo veniva proposto come modello di vita alla gioventù cattolica.
L’Oratorio era riservato ai maschi e le ragazze continuarono a riunirsi nei locali dell’Asilo infantile, gestito dalle Suore della Sacra Famiglia.
Accanto all’Oratorio, che venne recintato e dotato di un portico, sorsero poi (per volontà del parroco don Giacomo Contessa e del curato don Luigi Mancini) la casa del curato, le aule di catechismo ed un salone per il teatro. Con l’occasione, nel 1936, rinacque la Filodrammatica parrocchiale, che seppe divertire per alcuni anni la popolazione locale e quella dei paesi vicini. L’Oratorio tendeva allora a raggruppare attività sportive, catechismo, educazione teatrale, azione cattolica giovanile, schola cantorum e doveva trovare il modo di convivere con le istituzioni fasciste, che tendevano a favorire l’Opera Nazionale Balilla per l’educazione della gioventù.
Grazie alle “Cronache” dell’Oratorio, tenute con una certa regolarità dal giovane Gino Sala, siamo in grado di conoscere le varie attività che vi venivano svolte. E apprendiamo che fu il curato don Annibale Canini ad adottare per primo il tesserino delle presenze, il prezioso cartoncino che consentiva l’accesso ai divertimenti dell’Oratorio solo ai ragazzi che avessero partecipato alla Messa e al catechismo. Su di esso erano stampate le seguenti regole:
1. Fanno parte dell’Oratorio i ragazzi di qualunque ceto ammessi alla Prima Comunione.
2. L’accettazione è sempre subordinata al consenso dei genitori.
3. Devono gli iscritti: a) essere esemplari nella santificazione della festa, intervenendo alla S. Messa, conferenza e dottrina cristiana; b) essere rispettosi ed obbedienti ai Superiori, ed avere sommo rispetto anche alle autorità estranee all’Oratorio, siano esse religiose o civili; c) almeno una volta al mese (1° venerdì) e nelle feste principali dell’Oratorio (S. Filippo, S. Luigi, Immacolata, S. Cuore) si accostino ai SS. Sacramenti.
4. Non usino mai parole triviali od offensive; non si mettano le mani addosso nemmeno per burla; e, nelle piccole questioni che potessero succedere, chiamino arbitro il Direttore o chi per esso.
5. Nel gioco si schivino gli alterchi, l’allegria smodata, e si attengano alle norme date dal Direttore per i singoli giuochi.
6. Non si partano dalla ricreazione senza il permesso del Direttore o Assistente.
7. Nelle solennità religiose gli ascritti portino il loro distintivo.
N.B. – Chi manca alla regola 3 a), senza giustificazione dei genitori, non può partecipare alla ricreazione dell’Oratorio.
Nel 1938 la direzione dell’Oratorio passò nelle mani del nuovo curato, don Giovanni Codenotti, che, oltre ad introdurre nuovi svaghi per i giovani, fece costruire tre aule di catechismo sopra il teatro e installare una pompa idraulica all’ingresso dell’Oratorio.
Nel 1941 egli fece stampare nuove tesserine delle presenze, su cui erano riportati i seguenti “ricordi”:
Il fanciullo che vuol crescere buono, ama e studia il Catechismo; imprime nel suo cuore i propositi fatti da Domenico Savio ricevendo la Prima Comunione:
1. Voglio santificare i giorni festivi.
2. I miei amici saranno Gesù e Maria.
3. La morte, ma non peccati.
E ricorda sempre le raccomandazioni che S. Filippo Neri faceva ai suoi discepoli:
1. Figlioli state allegri; mi basta che non facciate peccati.
2. Fuggite le cattive compagnie; non dimenticate le preghiere; accostatevi di frequente ai santi Sacramenti e specialmente alla S Confessione.
Fu don Codenotti che cambiò nome all’Oratorio, intitolandolo a S. Luigi Gonzaga, del quale fece innalzare una statua in fondo al cortile, proprio di fronte all’entrata, nel settembre 1942.
L’Oratorio raggruppava molti giovani e ragazzi. L’associazione ecclesiale più diffusa era l’Azione Cattolica. Ogni tanto si organizzavano gite, serate in allegria, memorabili abbuffate, spettacoli teatrali. E non mancarono episodi drammatici, come il colpo di rivoltella sfuggito al giovane Ballini (volontario nelle forze repubblichine), che ferì alle gambe un ragazzino, Francesco Bortolotti, durante una rappresentazione in teatro, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Il ricavato della Filodrammatica veniva utilizzato per sistemare gli impianti, per arredare le stanze dell’Oratorio e, talvolta, per consumare insieme una cenetta in allegria.
La festa di S. Luigi si celebrava alla fine di Settembre o ai primi di Ottobre, dopo alcune settimane di preparazione ed un “triduo” di preghiera e riflessione con un padre predicatore esterno. La festa prevedeva, dopo la Messa e la Comunione generale, un concerto musicale, i giochi all’Oratorio e una “recita” della Filodrammatica.
Il Maggio 1944 arrivò il nuovo parroco, don Carlo Vezzoli, e cambiarono molte cose. Venne avviata la Messa per i fanciulli, istituita la Commissione catechistica, stampato il Bollettino parrocchiale periodico,
Ma per i ragazzi la novità più interessante fu l’arrivo del cinema a Roncadelle. Iniziarono infatti dal 28 maggio 1944 le proiezioni domenicali nel salone dell’oratorio: oltre alle filmine della Storia Sacra, venivano proiettati film comici o di avventura, che appassionavano e coinvolgevano molto i ragazzi, soprattutto nelle scene più movimentate, ed ogni interruzione per cause tecniche veniva accolta da urla e fischi di protesta. Ma non erano questi i soli inconvenienti: nel pomeriggio dell’8 ottobre 1944, durante una proiezione, cominciarono a cadere calcinacci dal soffitto ferendo i giovani Dino Tarana e Giuseppe Bettinzoli. Il salone teatro si dimostrava ormai inadeguato alle necessità, come anche lo spazio per il gioco.
Si pensò così ad un nuovo, più spazioso Oratorio.