In questo periodo le Confessioni vengono eseguite nella Cappella di fianco alla Chiesa Parrocchiale con accesso dalla porticina a destra dell'altare principale.
Le Confessioni
L’esame di coscienza per la confessione
L’esame di coscienza è un percorso che permette al fedele di comprendere quali peccati ha commesso e dovranno essere comunicati al sacerdote.
Tutto inizia con delle semplici domande preliminari, quali:
- Quanto tempo è passato dall’ultima confessione?
- Da quanto tempo non ricevo l’Eucaristia?
- In passato ho mai nascosto volutamente qualche peccato mortale?
- Ho mai ricevuto la Comunione avendo sulla coscienza dei peccati mortali mai confessati?
A questo primo passo, si possono far seguire altri piccoli step guidati dai comandamenti a cui i fedeli devono far riferimento per avere una buona condotta.
Il primo comandamento dice “Non avrai altro Dio all’infuori di me”. Il cristiano dovrebbe interrogarsi su:
- Ho messo sempre Dio al primo posto tra i valori della vita?
- Credo in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo?
- Dedico abbastanza tempo alla preghiera?
Il secondo comandamento recita “Non nominare il nome di Dio invano”. A tal proposito il fedele potrà porsi domande come:
- Ho bestemmiato?
- Ho fatto affermazioni false su Dio?
- Ho fatto voti o promesse a Dio che poi non ho mantenuto?
- Ho giurato il falso?
Il terzo comandamento dice “Ricordati di santificare le feste”. Il cristiano potrà interrogarsi su domande quali:
- Ho saltato la Santa Messa nella domenica oppure in occasione di altre feste di precetto?
- Durante la messa mi sono distratto, ho chiacchierato e ho disturbato gli altri?
- Ho ostacolato altre persone a me care a partecipare alla messa?
Il quarto comandamento ci ricorda di “Onorare il padre e la madre”. Prima della confessione, il fedele potrà domandarsi:
- Ho amato, ubbidito, rispettato e aiutato i miei genitori con ogni mia forza?
- Ho dedicato al coniuge e ai figli il mio tempo e l’attenzione che meritano?
- Ho rispettato mia moglie/mio marito, anche e soprattutto davanti ai figli?
- Mi comporto come un bravo cittadino?
- Da genitore, mi impegno per fornire ai miei figli una buona educazione? Do ai miei figli un esempio di una vera vita cristiana?
Il quinto comandamento
- dice “Non uccidere”. Nonostante il concetto estremo, il quinto comandamento può aiutare il fedele a interrogarsi su gesti gravi compiuti con o senza volontà, come ad esempio:
- Rispetto la vita con l’assunzione moderata nel cibo, nell’alcol, nel fumo? Sono prudente alla guida, per non mettere in pericolo la mia vita e quella degli altri?
- Covo rancori? Mi sono arrabbiato con qualcuno?
- Ho fatto volontariamente qualcosa che abbia recato danno alla vita morale, fisica o spirituale del prossimo?
Il sesto comandamento ci ricorda di “Non commettere atti impuri”. Così il fedele può domandarsi:
- Mi sono abbandonato alla lussuria e a perversioni sessuali di qualunque genere?
- Ho commesso adulterio?
- Ho rapporti prematrimoniali?
- Penso al partner come ad un oggetto di piacere?
- Ho letto o guardato riviste, libri, spettacoli osceni?
- Mi sono soffermato volontariamente in pensieri poco puliti?
Il settimo comandamento dice “Non rubare”. In questo caso, le domande possono essere:
- Come datore di lavoro, pago il giusto stipendio ai dipendenti? E come lavoratore, lavoro lealmente in modo da meritare lo stipendio?
- Ho sottratto oggetti o denaro di altri? In tal caso, sono riuscito a restituire ciò che ho sottratto impropriamente?
- Sono attaccato al denaro in modo eccessivo?
- Sono onesto nel mio lavoro, nel commercio e con i miei clienti?
- Quello che possiedo l’ho guadagnato onestamente?
- Ho chiesto raccomandazioni per ottenere in cambio vantaggi e privilegi?
L’ottavo comandamento dice di “Non dire falsa testimonianza”. Cadere in questo peccato è molto facile. In preparazione alla confessione ci si deve interrogare in questo modo:
- Sono stato bugiardo, sleale e ingannevole con il prossimo?
- Ho espresso sospetti o giudizi avventati?
- Ho parlato male degli altri?
- Con il mio silenzio colpevole ho coperto fatti delittuosi?
- Ho dato il cattivo esempio insegnando a mentire ai miei figli o ad altri?
Il nono comandamento ci ricorda di “Non desiderare la donna/l’uomo d’altri”:
- Ho custodito il pudore?
- Ho suscitare in altre persone desideri impuri con il mio comportamento e il modo di vestire?
- Ho guardato altre persone con malizia e desiderio?
Infine, il decimo comandamento dice “Non desiderare la roba d’altri”. Il fedele deve porsi domande come:
- Sono invidioso di ciò che hanno gli altri?
- Mi lamento di quello che ho?
- Fare un esame di coscienza non è semplice, ci vuole tempo per riuscire a farlo in modo naturale e capire quali sono i gesti e le azioni che meritano di essere confidate al sacerdote. Ciò che conta è dimostrarsi una guida sempre disponibile e pronta a dare il supporto necessario.